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BMW R18: una nuova rivale per Harley Davidson

Avreste mai detto che la futura BMW R18 sarebbe stata anche una maxicustom? No? Siete in buona compagnia. La notizia fa ancora storcere il naso a molti, ma in questo breve articolo proverò a spiegarvi il mio punto di vista. Da qualche tempo si vocifera di questa BMW R18 che a quanto pare dovrebbe stravolgere totalmente tutto ciò a cui i bavaresi ci hanno abituato.

BMW R18
R18 concept

Poche settimane fa abbiamo osservato le foto della concept R18/2 che per quanto stravagante si rivelava una custom snella e slanciata come da tradizione americana. Le ultime notizie la danno però in due ben distinte versioni. Una custom “standard”, e una custom in versione maxi cruiser.  Lo so, al momento tutto potrebbe sembrarvi abbastanza confusionario, e in effetti lo è. Ciò che però è certo è la presenza di questa seconda versione ben più possente come una turistica vuole essere.

BMW R18

I primi concept mostrano un enorme parabrezza e due valige rigide per trasportare il necessario. Apparentemente non sembrano cambiate le intenzioni della casa di adottare su questa BMW R18 un possente bicilindrico boxer da 1800cm3. A differenza dei classici bicilindrici BMW ma non solo, qui trova posto un cuscinetto aggiuntivo che ha il compito di smorzare ulteriormente le vibrazioni rendendo la moto ancor più silenziosa e godibile.

Rendering BMW R18 Cruiser maxicustom

BMW per la versione standard ha già aperto le prenotazioni qualche tempo fa, ma di questa versione più “specialistica” non si sa ancora nulla con certezza. Ma perché in Germania hanno sentito l’esigenza di proporre una moto simile? A mio avviso il senso è chiaro. Rompere le uova nel paniere ad Harley Davidson attualmente regina del segmento. Forte del fatto che nel tempo ha raccolto molti consensi oltreoeano, BMW R18 vuole tentare chi cerca la solidità di un marchio premium al top per tecnologia e sicurezza.

BMW R18
BMW R18/2

Insomma il marchio dell’elica attaccherà la concorrenza laddove sa di poterla abbattere. Vedremo come evolveranno le cose. Per BMW è un tentativo epocale considerando cos’ha in listino finora, e siamo certi che anche stavolta riuscirà a dire la sua. Nell’attesa le foto dei rendering e della R18 “standard” vi faranno compagnia.

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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