Cari amici le Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport sono tra noi. Vi avviso, la sorpresa finale sta nell’ultimo paragrafo dell’articolo, quindi, se volete ridere di gusto scendente qualche centimetro prima della lettura. Se fossi il solito polemico esordirei dicendo che Stellantis sta con Alfa Romeo raschiando il fondo del barile. L’unico barile che ancora può far breccia nel cuore degli appassionati italiani e degli appassionati in generale disposti a spendere quattrini nel mondo delle auto. Già, perché Tonale e Milano, ops Junior, non sono proprio andate giù ai fan del marchio, e quindi tanto vale sfruttare ancora una volta le due magnificenze su piattaforma Giorgio.

Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport

Non voglio essere polemico, o almeno non voglio esserlo così in fretta. Ed ecco allora che assolvo subito Tonale e Junior recitando quasi a memoria il classico mantra che ci sentiamo ripetere da anni:”Ahh ma vendono solo i suv, ora è giusto fare quelli”.

È vero, il mercato la fa da padrone, ma solo i numeri e i conti ci diranno se Tonale e Junior riusciranno a dare una sveglia al letargo forzato del Biscione. Letargo che a quanto pare dalle parti di Parigi sembrano gradire, ma questo purtroppo per molti analisti era chiaro fin dal primo giorno di Stellantis. Stupidi noi ad averci creduto con troppa intensità e romanticismo.

Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport

Con Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport si corre il rischio di riscaldare la minestra in eterno

Non voglio essere polemico eppure mi sembra che anno dopo anno, senza particolari novità o restyling riusciti, Alfa Romeo proponga delle edizioni limitate delle sue punte di diamante per fare cassa. Ricordarle tutte diventa anche complicato, c’è stata la Nurburgring, la 100°esimo anniversario, la F1 etc etc. Insomma, da quelle parti hanno capito che questa formula funziona, ma fino a quando? Attenzione, non sto criticando le vetture, ma l’idea, ormai ripetitiva e poco coinvolgente. Arriveremo presto al punto che di queste edizioni speciali nessuno vorrà più sentirne parlare, anche perché, badge e colori a parte, sono identiche alle vetture di serie.

Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport

Ma cosa sono davvero queste Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport? Parto dicendovi che l’idea è davvero nobile, interessante e celebrativa. Le due Quadrifoglio sono il tributo alla Alfa Romeo 6C 1500 Super Sport guidata da Campari e Ramponi, vincitori della Mille Miglia del 1928. Mille Miglia che per il Biscione rappresenta il primo degli 11 successi totali alla competizione.

Eppure queste edizioni limitate sono dei capolavori

Di Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport verranno prodotti 400 esemplari spinti dal mitologico 2.9 V6 biturbo da 520 cv, cambio ZF a 8 rapporti, differenziale meccanico autobloccante e scarico Akrapovic. Una delle differenze più “marcate” rispetto alla Quadrifoglio standard è proprio il logo Quadrifoglio che spicca su sfondo nero. Non mancano pinze freno in colorazione nera, un importante utilizzo di fibra di carbonio e cerchi in lega da 19” (Giulia) e 21” (Stelvio).

Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport

Internamente la finitura in carbonio tridimensionale si tinge di rosso, così come rosso è il ricamino sui poggiatesta con scritto Supersport seguito dal numero progressivo in nero. Molto bello il volante in Alcantara, pelle e fibra di carbonio con cuciture rosse identiche a quelle dei sedili.

Insomma queste Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport sono davvero un bel vedere, anche vestite di Nero Vulcano metallizzato non sfigurano affatto, ma fortunatamente si possono avere anche Rosso Etna Tristrato o Bianco Alfa nel caso della Giulia. Sono dei capolavori come lo sono le loro gemelle di serie. Adesso però pensate solo a un attimo a questa campagna pubblicitaria con Giulia e Stelvio vestite di rosso e non nero. Le differenze sono negli occhi di chi ha grande attenzione per i dettagli e non basta un logo nero a creare una edizione limitata.

Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Super Sport

Probabilmente una svista, ma resta la figuraccia di molti che copiano e incollano i comunicati stampa

Onestamente, parlando di dettagli, potrei farvi incazzare parecchio. Al momento in cui scrivo, Piedi Pesanti è l’unico sito in cui trovate questo appunto. Nel comunicato stampa e su tutte le principali testate trovate scritto 400 unità. Bene. Peccato che poi nella suddivisione dei modelli venga riportato 275 Giulia e 175 Stelvio. Un rapido calcolo ci porta a 450 unità. Un errore, una svista, uno scherzo, un test per verificare l’attenzione della stampa? Poco importa, nessuno ha detto niente oltre noi, perché in fondo, se il giornalista lo fai davvero, guai a mettersi contro Stellantis. Dispiace perché troppo tardi l’Italia intera ha compreso quanto abbia perso con la scomparsa di Marchionne, che queste sviste non le avrebbe di certo tollerate o lasciate correre. Dispiace perché quello che doveva essere un omaggio a Campari conferma ancora una volta che da quelle parti di Campari ne stanno scolando parecchi.

Comunicato stampa Alfa Romeo errore
Numero di esemplari non coerente con la somma

 

 

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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