Il mondo del cinema ha spesso accresciuto la fama di auto già straordinarie, ed è il caso della Aston Martin DB5 di James Bond. La filante coupé inglese, prodotta negli anni 60 in soli 900 esemplari torna a far parlare di se. Non sono infatti bastati i nove capitoli della saga di James Bond per soddisfare il palato finissimo di alcuni facoltosi appassionati. L’icona britannica infatti entra ufficialmente a far parte del programma “Continuation” attraverso il quale l’Aston Martin vuole rendere onore ai modelli più significativi e apprezzati del marchio. Questa Aston Martin DB5 di James Bond ne è l’esempio. Verrà infatti “riprodotta” in 25 esemplari che andranno nelle mani di altrettanti fortunati clienti pronti a staccare un’assegno decisamente importante.

Aston Martin DB5 di James Bond

 

Ma si sa, amore e passione non hanno prezzo, ed ecco allora che la Bond Car diventa quel sogno nel cassetto finalmente realizzabile. C’è dell’altro. Questa Aston Martin non sarà solo una riproduzione del passato. Aggiunge infatti qualcosa di inedito ai modelli che i 900 proprietari hanno finora guidato o osservato nei loro garage. Avrete notato che nel citarla sto sempre scrivendo: Aston Martin DB5 di James Bond. Non sono impazzito, e non è nemmeno un caso questa ridondante “trascrizione”. Le DB5 in questione saranno infatti delle copie precise al millimetro delle Aston originali che l’agente 007 ha avuto l’onore di guidare. Non sarà solo una “semplice” DB5, sarà l’Aston Martin DB5 di James Bond. Interni ed esterni verranno infatti personalizzati  e curati nei minimi dettagli per renderli identici alla versione cinematografica.

Aston Martin DB5 di James Bond

Con l’aiuto di Chris Corbould (capo degli effetti speciali e della personalizzazione dell’auto ai tempi dei film) sono state riprodotte anche alcune sottigliezze che nelle pellicole sono passate inosservate. La DB5 Goldfinger Continuation (questo il nome ufficiale) veste il solito acciaio leggero verniciato nella classica colorazione Silver Birch. Ma le “banalità” terminano qui. Ad accompagnare la bond car troviamo:

  • Fumogeni posteriori per accecare chi segue munito di cattive  intenzioni;
  • 3 targhe girevoli sia all’anteriore che al posteriore per ingannare anche il più attento osservatore;
  • Porzione tetto passeggero “estraibile” seppur senza l’iconico seggiolino eiettabile che avrebbe risolto numerose questioni delicate;
  • Mitragliatrici anteriori che fuoriescono dal lungo cofano della DB5, naturalmente senza innesco perché inerti;
  • Dispositivo spruzza olio posteriore, utile nel caso in cui foste inseguiti da qualche lestofante.
  • Pannello antiproiettile posteriore che non guasta mai;
  • Arpioni che fuoriescono dalle ruote anteriori per rallentare i veicoli che si affiancano o nella peggiore delle ipotesi i pedoni che non si spostano
  • Arieti anteriori e posteriori per speronare o sfondare qualsivoglia ostacolo.

Aston Martin DB5 di James Bond

Le sorprese non sono però finite. Ci siamo limitati solo a descrivervi le caratteristiche esterne dell’auto. Anche l’interno di questa Aston Martin DB5 di James Bond è tanto tradizionale quanto fedele alla filmografia. Manco a dirlo a bordo di questo gioiellino bisogna sentirsi uno 007 vero ed ecco allora che troviamo:

  • Pulsante sul pomello del cambio per azionare la fuoriuscita delle mitragliette e per far fuoco, collocazione perfetta per scatenare il putiferio passando quasi “inosservati”.
  • Schermo centrale che riesce a simulare un tracciamento radar così fedele ai dispositivi originali da confondere anche chi li conosce bene.
  • Radiotelefono satellitare posizionato nel pannello portiera lato guida per comunicare con l’agente M o ancor meglio con la Bond Girl di turno.
  • Telecomando con attivazione remota della funzioni della vettura, utile per scoraggiare i passanti che incuriositi dalla linea stratosferica della DB5 potrebbero avvicinarsi più del dovuto.
  • Alloggiamento di sicurezza sotto il sedile del guidatore per armi corte. Prevenire e meglio che curare, mai farsi cogliere impreparato.
  • Consolle con pulsanti aggiuntivi per utilizzare i raffinati sistemi di bordo. Per comodità presente sul bracciolo centrale e sulla parte alta del cruscotto così da rendere il tutto più “a portata di mano”.

 

Insomma abbiamo più meno detto tutto sull’equipaggiamento e a prescindere dai toni scherzosi sappiate che tutto ciò di cui vi ho parlato è realmente presente sulle 25 Aston Martin DB5. Ogni appassionato che si rispetti però non può ritenersi soddisfatto. Va bene,  questa è l’Aston Martin DB5 di James Bond, ma proprio per questo ci si aspetta un corredo “motoristico” degno dei numerosi inseguimenti che 007 ha affrontato. Ecco allora che sollevando il cofano potremmo scorgere un magnifico 4.0 sei cilindri in linea che profuma di olio e benzina solo a guardarlo. Il mitico Straight Six è li dove lo avevano alloggiato circa 60 anni fa e ora è pronto a far ruggire i suoi 290 cavalli.

Aston Martin DB5 di James Bond

Il sound inconfondibile è coadiuvato dai 3 carburatori SU e dal cambio manuale ZF  a cinque marce. Non manca un impianto frenante servoassistito e un bel differenziale meccanico a slittamento limitato come vuole la tradizione. Insomma a conti fatti difficile trovare un difetto a questa magnifica supercar vintage. Gli anni di onorata carriera non hanno intaccato il fascino che da sempre caratterizza i modelli Aston Martin più particolari. Le dotazioni da agente segreto (seppur finte) donano all’insieme un’aria ancor più misteriosa e accattivante. Molti potrebbero desiderare una DB5 stock e come dar loro torto? La vettura originale è un capolavoro che per alcuni il progetto Continuation sta rovinando. O forse no?

Voglio andare controtendenza e dire che questa non vuole neanche lontanamente essere una DB5. La Goldfinger vuole essere l’Aston Martin DB5 di James Bond e basta sapere questo per comprendere la raffinatezza totale di tutto il progetto. In ogni caso non illudetevi. Ci sono un paio di cattive notizie. La prima, che fa imbronciare solo noi comuni mortali è il prezzo. Questa DB5 potrà essere vostra a un prezzo non inferiore ai 3,07 milioni di euro. Avete letto bene, non è un errore di battitura. Parlo proprio di 3 milioni. Il secondo aspetto negativo riguarda la sua “omologazione”: la mitica Aston Martin DB5 di James Bond rimane un oggetto da collezione e come tale non potrà solcare alcuna strada pubblica.

frontale

Un vero peccato se pensiamo che con tutti quei gadget ci sarebbe stato davvero tanto da fare. Tra uno spruzzo d’olio e una “smitragliata” avremmo lanciato qualche amico in orbita dal sedile eiettabile mentre nella comodità più totale ci facevamo spazio a colpi di ariete in attesa della prossima chiamata di Q, che ci avrebbe di certo notificato una nuova entusiasmante missione segreta. Ebbene, sognarla non costa, ma possederla si. Sono certo che i 25 esemplari troveranno notte tempo un comodo garage in cui riposare e qualche strada o pista privata in cui far cantare il loro straordinario motore.

Aston Martin DB5 di James Bond

Aston Martin ancora una volta ha dimostrato di saper fare le cose in grande senza perdere di vista ciò che un prodotto unico ed esclusivo merita. Questa non è una DB5 pura, originale, è una versione estremamente particolare. Un cocktail di più concetti, che riconducono sempre ad un’esclusività senza confronti, è il Vodka Martini agitato e non mescolato che tutti vorremmo nel nostro garage.

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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