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Hertz annuncia il fallimento: un’altra vittima della pandemia

Il colosso dell’autonoleggio Hertz dichiara fallimento in Stati Uniti e Canada. Non è un mistero che questa emergenza sanitaria stia mettendo in ginocchio l’economia mondiale. L’attuale dichiarazione di fallimento/bancarotta ne è l’ennesima prova. La divisione americana di Hertz getta la spugna dopo ben 102 anni di attività. La sua fondazione avvenne proprio sul suolo americano nello specifico a Chicago nel 1918. A oggi Hertz è la più grande società di autonoleggio al mondo. Il suo parco auto vanta circa 500 mila veicoli e sono più di 31 mila i dipendenti totali.

Hertz

In realtà è giusto specificare che non si tratta ancora di fallimento. L’azienda infatti ha richiesto la protezione garantita e prevista dal “Chapter 11” al tribunale fallimentare del Delaware. Nello specifico trattasi di un provvedimento semi fallimentare che include un piano di totale revisione e ristrutturazione aziendale che in caso di insuccesso porta alla liquidazione totale. Un cattiva notizia dunque che purtroppo potrebbe non rimanere isolata. Il mercato automobilistico è ai minimi storici e non esiste società di autonoleggio che in questo momento se la passi bene. Negli Stati Uniti molti sono i provvedimenti presi in merito.

Hertz

Per molti il fallimento di Hertz non è una novità

Fin da subito si è parlato di piani specifici per incrementare il turismo da Stati lontani. Così facendo autonoleggi, alberghi, ristoranti, bar etc riuscirebbero a “sopravvivere”.  Dagli USA e dal Canada fanno sapere che Hertz naviga già da un po in cattive acque. Lo scorso mese non era infatti riuscita a saldare il pagamento per il contratto di locazione (400 milioni di dollari a quanto pare) e ad Aprile evidenziava la necessità di congedare ben 21 mila dipendenti. Un numero molto importante se pensiamo ai 30 mila coinvolti in questa occasione. Di questo “fallimento” si sa quasi tutto. I giornalisti affermano di aver individuato nei debiti la causa principale del fallimento.

Hertz

Debiti enormi e mancati accordi affossano il colosso

Si parla di circa 20 miliardi di dollari di cui circa 5 per prestiti non saldati e la restante parte in finanziamenti per acquistare autovetture. È altrettanto attendibile la notizia di un mancato accordo con i creditori. Questo sicuramente influisce molto sui bilanci dell’azienda. Sicuramente Hertz riceve una batosta anche dall’immagine estremamente compromessa del gruppo. Basti pensare che dopo le indiscrezioni da parte del Wall Street Journal i titoli del colosso hanno registrato una perdita del 43% in pochissime ore. In definitiva il vero dilemma dunque riguarda le possibili entrate future.

insegna autonoleggio

Manco a dirlo la questione è delicatissima perché in un contesto del genere pochissime sono le persone che si rivolgono a un autonoleggio o a qualsiasi altra attività. Attualmente la situazione in Europa e oriente dovrebbe essere stabile. Anche in Italia tutto “tace”. Non si parla di bancarotta e fallimento anche se la situazione non è certamente delle più rosee. Rimaniamo in attese dunque di ulteriori informazioni sperando, in questo come i tutti i casi analoghi, che ci siano delle garanzie per gli incolpevoli lavoratori.

Buone notizie per gli impiegati americani e canadesi

Aggiornamento ore 13:00 —> Hertz con un comunicato chiarisce la posizione dei dipendenti. È intenzione del colosso tutelarli prevenendo ogni problema economico. Come ciò sia possibile non è ancora noto. Non ci resta che aspettare.

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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