Cara Tesla temo sia arrivato il momento di preoccuparti perché la Nikola Badger sembra voler fare sul serio. Un passo indietro. La Nikola il cui nome apparentemente è proprio un collegamento a Nikola Tesla è una valida start up impegnata nella produzione di veicoli elettrici a idrogeno. È di pochi mesi fa la notizia di un accordo tra Nikola e Iveco per produrre dei camion elettrici a idrogeno. Una società interessante e apparentemente stufa di produrre solo veicoli commerciali, perché adesso ci arrivano le foto di un “mezzo” elettrico che si serve dell’idrogeno per ricaricare le sue energie. Partiamo però da lontano.

Nikola Badger

Tra pochi mesi forse settembre il Nikola Badger verrà presentato al pubblico. Al momento però le foto e le informazioni divulgate ci dicono già molto. Trapela anche una possibile costruzione in uno stabilimento americano di FCA proprio per la partnership con Iveco. Veniamo al succo perché le cose si complicano e si fanno interessanti al tempo stesso. Il motore “termico” va a idrogeno in quanto alimenta una pila a combustibile da 120 kW (circa 164cv). L’elettrico vero e proprio è rappresentato da una seconda batteria questa volta ricaricabile in modo tradizionale capace di 180 kWh.

Nikola Badger

Il Nikola Badger fa molto affidamento sul mix a loro dire perfetto di autonomia e prestazioni. Parliamo di quasi 1000 km di autonomia combinata, ma solo 480 di sola elettricità perché per i restanti 520 è necessario l’idrogeno. Nikola Badger non vuole sfigurare neanche alla voce prestazione e quindi sprigiona circa 920 cv di picco  e 421 cv nominale. Ciò si traduce in uno scatto fino a 100 km/h inferiore ai 3 sec e una velocità massima non ancora dichiarata ma si pensa comunque elevata per gli standard attuali. Ah, dettaglio importante che a momenti dimenticavo.

Nikola Badger

Il Nikola Badger è un pickup. Si avete letto bene. Ecco perché lo pongo sullo stesso piano del Tesla Cybertruck di cui ho parlato qui qualche tempo fa. Un bestione dunque che se la vedrà con gli altri progetti elettrici americani attualmente in fase di sperimentazione. I mostri sacri del settore infatti non vogliono restare a guardare. Ford su tutti proporrà un F-150 completamente innovativo e capace di dar battaglia sia a Tesla che al Nikola Badger. La start up americana fa inoltre sapere che il suo pick-up non sarà solo un veicolo green.

Nikola Badger

 

Sarà infatti capace di trainare fino a 3500kg e resisterà a temperature estreme, gli americani parlano di -28 gradi. Veniamo però alle criticità perché ahimè sono evidenti. Una su tutte prezzo e dimensioni ignote. Questo Nikola Badger a mio avviso non sarà di certo una soluzione a buon mercato. La startup deve fronteggiare numerose spese e la questione doppio motore seppur comoda all’utente finale impone a quest’ultimo un esborso consistente di denaro. Il secondo tasto dolente sono le dimensioni. Ancora ignote sono prevedibilmente importanti. Ciò non penalizza di certo l’utente americano megalomane nell’animo e nelle esigenze. Potrebbe però essere un problema nell’ottica in cui il Nikola Bader voglia sbarcare in Europa. Staremo a vedere.

Un altro punto critico è il sistema di rifornimento. Per funzionare abbiamo precedentemente detto che è fondamentale l’idrogeno. Al momento i distributori di tale combustibile sono più unici che rari. Per il lancio del Nikola Badger la startup fa sapere che aprirà circa 700 stazioni di rifornimento, ma tutto ciò al momento è solo un progetto. Personalmente ritengo questo pickup più piacevole e più tradizionalista nel look del Cybertruck. Tuttavia temo non possa raggiungere lo stesso fascino. Tesla proprio in virtù del suo aspetto insolito e quasi spiacevole si è conquistata una fetta di fan convinti dell’originalità del prodotto.

Qui le cose stanno diversamene, ma a pelle, è più accattivante. Staremo a vedere. Ne sapremo di più tra qualche mese. 2 piccole riflessioni prima di salutarvi. Questa alleanza già “consolidata” con FCA potrebbe giovare anche a noi italiani. Nel caso in cui questa tecnologia dovesse rivelarsi azzeccata non vedo motivi validi per non usarla/copiarla.

Spero quindi che FCA abbia la saggezza necessaria per comprendere il potenziale che ha tra le mani. L’elettrificazione totale è nel bene o nel male un dato di fatto. Continuo però a chiedermi come mai i produttori continuino a investire e produrre veicoli di nicchia come suv/pickup, piuttosto che concentrarsi su una vettura più “popolare e abbordabile”. Meditate amici, meditate..

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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