Cari amici di Piedi Pesanti oggi vi parleremo del nuovo Atoto P8. Vi ricordate la svecchiata data alla nostra Alfa Romeo MiTo con una magnifica unità Atoto? No? Vi rinfreschiamo la memoria in questo link.

Da allora il brand Atoto ha fatto passi da gigante e ha continuato a innovarsi seguendo i consigli del pubblico e di noi appassionati alla ricerca delle soluzioni migliori per dare una svecchiata alle nostre “belle”. Se ci seguite da un po sapete che abbiamo tra le mani una Alfa Romeo 156 Crosswagon Q4. Seppur abbastanza recente, la sua multimedialità risale a circa 20 anni fa. Ecco perché abbiamo pensato di darle una ringiovanita e per farlo ci è venuta in soccorso proprio Atoto con il nuovo Atoto P8.

Alla base della nostra “personalizzazione” c’è la volontà di non modificare in alcun modo l’originalità della vettura. Atoto P8 essendo una unità esterna si rende perfetta per questo scopo.

Il primo impatto è sicuramente dominato dallo schermo da ben 7”. Ne troppo grande ne troppo piccolo, sempre ben visibile grazie al display QLED che vanta un’ottima gestione della luminosità automatica. Rispetto alla concorrenza infatti il sensore di luminosità è posizionato sul retro, in una zona in cui realmente può esser fatta una “valutazione” della luminosità nel modo adeguato.

Atoto P8

 

Altra chicca l’accendisigari, utile non solo per alimentare l’Atoto P8 ma anche per inserire chiavette USB e collegamenti aux. C’è però un modo ancor più diretto per l’alimentazione, ovvero una presa USB type-C posizionata sul retro del dispositivo. Una volta acceso vi troverete subito immersi in una gradevole interfaccia proprietaria, ricca di informazioni e impostazioni ma mai caotica.

Atoto P8

A tal proposito non manca la traduzione in lingua italiana, che seppur a volte un po imprecisa, rimane comunque comprensibile. So per certo però che chi sceglierà questo Atoto P8 difficilmente rinuncerà a una delle sue funzioni principali. Ovvero il collegamento wireless con Apple Car Play e Android Auto. Detto ciò, qualora non voleste collegare lo smartphone, l’interfaccia proprietaria saprà assolvere nel migliore dei modi a tutte le funzioni del caso, e questo è sicuramente un valore aggiunto che spesso molti brand, anche più blasonati dimenticano.

Atoto P8

In pochi secondi il vostro smartphone si collegherà all’Atoto P8 e il gioco è fatto. Ho svolto numerosi test sia con iPhone che con Android, mai un problema, connessione stabile e l’immediatezza che solo gli smartphone sanno donare. Non finisce qui. L’esemplare che Atoto ci ha gentilmente concesso per questa prova sul campo era completo di dash cam, telecamera posteriore e telecomando. Tutti accessori utilissimi considerando anche l’estrema semplicità d’utilizzo.

Atoto P8

Basta collegare i cavi alla porta USB type-C sul retro e il gioco è fatto. La telecamera di parcheggio inoltre è studiata alla perfezione per adattarsi a qualsiasi vettura. È infatti possibile dal menù impostazioni, regolare le linee, le distanze e le inquadrature. Difficile sbagliarsi. Anche la dash-cam fa il suo dovere. Pur non avendo una memoria interna basta utilizzare una scheda micro-sd per registrare ogni chilometro percorso e ciò accresce la sensazione di qualità che un prodotto “relativamente economico” come Atoto P8 sa donare.

Atoto P8

Ultimo ma non meno importante il telecomando, che può essere posizionato con comete cinghie anche sul volante. È semplicissimo nel suo utilizzo ma anche studiato alla perfezione con comandi che restituiscono un buon feedback e una gradevole fosforescenza al buio. Comodissima la ghiera del volume, con poche rotazioni possiamo regolare le varie intensità senza distrarci troppo. Ma veniamo alle criticità.

Atoto P8

Non è tutto oro ciò che luccica. Personalmente avrei gradito un bluetooth dual band capace di dialogare simultaneamente sia con lo smartphone che con la vettura qualora ne fosse munita. I moderni dispositivi Apple o Android ovviano però con semplicità a questa problematica. Se la vostra vettura è infatti provvista di un ricevitore bluetooth basterà indirizzare li l’audio dalla smartphone e il gioco è fatto senza compromettere in alcun modo il funzionamento del vostro Atoto P8.

Atoto P8

Qualora foste sprovvisti di bluetooth non preoccupatevi. In soccorso Atoto P8 ha per voi l’uscita aux o il sintonizzatore su frequenze radio che, salvo qualche incertezza, riesce sempre egregiamente a smistare l’audio nel modo giusto.

Atoto P8

Volete saperne di più e vedere come va sul campo questo giocattolino tecnologico? Date un’occhiata al video, troverete pane per i vostri denti. E ricordate, se questo Atoto P8 è di vostro gradimento, fatecelo sapere nei commenti e utilizzate il nostro link per ricevere uno sconto ulteriore in ogni versione da voi scelta.

 

1) Negozio Amazon: https://amzn.to/3Ihtdmc

2) P807SD-RM [Unità P8 + telecomando]: https://amzn.to/3Bz23TU

3) P807SD-RC [Unità P8 + telecamera posteriore]: https://amzn.to/3WgzEeX

4) P807SD-FC [unità P8 + fotocamera frontale]: https://amzn.to/3Wbwklj

5) P807PR [unità P8 + tutti gli accessori]: https://amzn.to/3pFZOeL

6) Codice sconto esclusivo del 6%: PESANTI06

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.