Non siamo soliti trattare argomenti simili ma con Naska è diverso. Alberto Fontana (questo il vero nome di Naska) è un ragazzo che come noi coltiva una sana passione per i motori. Naska non nasce pilota, ne tantomeno intrattenitore o youtuber. Sono i sacrifici, la perseveranza e la passione a renderlo ciò che oggi conosciamo e apprezziamo. Un esempio per i giovani ma anche per chi, nonostante qualche primavera alle spalle, continua a crederci. Ma questa non è la sua biografia quindi veniamo al dunque.
Inizio così dicendovi che noi ci schieriamo senza indugio dalla sua parte. E lo facciamo perché pochi sono quelli che come lui parlano di motori senza incentivare la trasgressione stradale. Poche ore fa Naska è stato vittima di una diretta social che ha visto molti piloti di fama internazionale schierati nell’attaccare l’ignaro Alberto. A loro dire sarebbe portatore di cattivi consigli o comunque di marcate incapacità alla guida. Tutto ciò condurrebbe alla disinformazione totale dei suoi follower che prendendo per vero ciò che Naska dice si esporrebbero a grandi rischi.

Una marea di offese senza alcuna difesa per Naska
“Quando li raccogliamo da terra ci rispondono che hanno compiuto quella manovra perché Naska dice così” afferma uno di loro (non cito il pilota per scelta). Partiamo dal presupposto che ognuno sul web può dire più o meno ciò che vuole. Mi spiego meglio. Internet, Youtube ma anche i social sono pieni di “tutorial” sbagliati su come eseguire delle cose. Ogni “ascoltatore” dev’essere in grado di capire cosa si trova difronte. Nel caso di Naska non reputo centrale il soffermarsi sulle nozioni che trasmette (comunque sempre avvalorate da piloti di fama mondiale) ma su come lo fa.
Alberto non ha mai l’arroganza d’imporsi come portatore assoluto della verità, e soprattutto non si arroga il diritto di professare una fede incontestabile. Porta il suo modo di vedere le cose coadiuvato da prove concrete e tentativi che seppur “fallimentari” (vedasi alcune cadute, errori o incertezze) rivelano in lui l’animo di chi vuole imparare e apprendere a ogni costo. Perchè? Semplicemente insegue il suo sogno e lo fa con i mezzi a sua disposizione senza togliere niente a nessuno. È un intrattenitore abile nel parlare a un pubblico abbastanza maturo e capace di scegliere senza condizionamenti vari cosa estrapolare dai suoi video.
Alberto ha la forza e la capacità di rivelarsi sempre umile, anche quando si difende
Ed è anche questo fattore a giocare un ruolo chiave. La fetta più grande del suo pubblico non è fatta di ragazzini sprovveduti o alle prime armi pronti a emulare il primo che passa. Naska raccoglie una categoria di appassionati diversa da quella che popola i canali dei soliti motovloggler. Un’attacco come quello che ha subito lo vedo come un’assurda presa di posizione di chi forse “brama” la sua popolarità. Se ciò non fosse sufficiente il video ha un contorno misto, fatto di insulti e offese gratuite senza diritto di replica.
Personalmente seguo Alberto da tempo. Ciò non significa essere fan del personaggio e difenderlo a spadatratta. Piuttosto è sinonimo di stima e rispetto per chi ha il coraggio di lanciarsi nel vuoto seguendo ciò in cui crede. Lo stesso rispetto che stavolta è venuto meno nei suoi confronti. Triste vedere che gli “attaccanti” sono gli stessi ai quali Naska si ispira; quei piloti italiani vincenti e affermati spesso idolatrati da ogni appassionato del genere. Triste vedere che ci si limita a definirlo “coglione”, a insultarlo e offenderlo al posto di evidenziare i suoi errori che dall’alto della loro esperienza avranno sicuramente notato. Insomma un attacco per nulla formativo ne corretto.
Per certi versi alcune parti della diretta vedono Naska colpevolizzato di avere sponsor e sostegni per correre quando alcuni di loro, piloti affermati, sono lontani dal motorsport. Fa strano ai piloti vedersi fuori da un giro in cui lui tra tante difficoltà dice la sua. Come può uno youtuber competere con i piloti? Lo affermano come se una delle due cose escludesse l’altra. Lo affermano stupiti di come al mondo qualcuno abbia più di una semplice capacità. O sei uno o sei l’altro. Ma dove sta scritto? Spesso nelle loro affermazioni sento puzza di invidia, ma voglio convincermi che sto sbagliando. Di base sfugge il fulcro del progetto di Alberto: imparare a correre per crescere sempre di più a livello personale e sportivo.
E se a muovere il tutto fosse solo l’invidia?
Molti giustificano gli attacchi parlando di sicurezza. Naska viene quasi descritto come un esempio da non seguire. L’idea che mi sono fatto è ben diversa. Non mi risulta che Alberto esibisca le sue presunte capacità su strade aperte al pubblico. Spesso invita i suoi follower alla prudenza e alla massima attenzione ovunque. Parla di pista perché li è più sicuro “sfogarsi”, tentare e imparare. Gli muovono una polemica come se fosse concretamente un pericolo alla sicurezza, cosa che personalmente non ritengo sia giusta. Chi la pista la vive (su due e su quattro ruote) sa bene che Alberto non è il nuovo Rossi o il nuovo Senna. Non ce ne voglia ma sa meglio di noi che è così. Tuttavia non lo si può di certo accusare di imprudenza o pericolosità. Compie gli errori di chi impara curva dopo curva a conoscere i suoi limiti.
Insomma non mi dilungo oltre perché avete (spero) capito dove voglio arrivare. Naska non è l’ultimo degli sprovveduti, pronto, in nome della sua passione, a mietere vittime. Come lui ce ne sono pochi. Basta dare un’occhiata su YouTube ai vari motovlogger del caso che capire che molti (con enorme seguito) sono un’infrazione continua su strade pubbliche. Li si che bisognerebbe agire per placare i loro bollenti spiriti e quelli dei loro follower. Ma quest’ultimi sono salvi dalla polemica proprio perché le ruote in pista le mettono raramente o perché dall’alto qualcuno li tiene sotto la sua benevola protezione.
Ed è qui che a mio avviso casca l’asino. Ho il presentimento che gli “attaccanti” siano dominati da sentimenti di odio e invidia uniti a un pizzico di timore. Naska è molto più popolare di loro, che essendo (quasi) certamente più abili di lui “rosicano” per la sua popolarità. Patiscono il confronto con chi oltre a correre sa anche trasmettere emozioni e passione. Loro in pista sono acclamati da un pubblico che oggi, sentendo le loro dichiarazioni, si terrà stretto quell’applauso. Tra questo pubblico ci sono anch’io, che qualche anno fa vedevo questi piloti come eroi, ma che oggi, alla luce dei fatti, vedo come dei bulletti pronti ad attaccare chi sgobba per essere come loro.
Essere piloti va oltre le gare, ma alcuni non riusciranno mai a capirlo. Questi non sono esempi
Con il tempo impareremo a definire piloti solo quelli che, capacità a parte, sapranno anche dimostrarsi dei signori giorno dopo giorno. È bene distinguere professionisti da cowboy pronti a sparare sentenze all’impazzata. Caro Alberto, noi di Piedi Pesanti siamo con te. Sono polemiche che lasciano il tempo che trovano, ma schierarci a favore di chi sa come vivere la sua passione è sempre la scelta giusta da fare. E lo è soprattutto quando a fare i bulli sono gli stessi che dovrebbero dispensare i migliori consigli. Lo è quando chi attacca è colui che prendi come riferimento e che osservi dal basso con gli occhi di chi sogna un giorno di condividere con lui la pista e perché no, un podio.
Vi lasciamo il video incriminato affinché possiate da casa capire ancora meglio cosa è successo:
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