Ho accolto Tesla con tiepido interesse. Ho sempre pensato che in qualche modo il marchio capitanato da Musk avrebbe ucciso il modo classico di vivere l’automobile. Per questo 2020 proverò a ricredermi. Vorrei accogliere le elettriche e la Tesla con più calore. Vi illustro brevemente il mio modo di vedere le cose, e approfondirò la questione in un articolo a parte. In futuro vorrei possedere una elettrica, da affiancare magari a una sportiva d’epoca da poter usare nel “weekend”. Le auto moderne mi affascinano, ma sono amori molto veloci. Passano in fretta, come infatuazioni infantili.

Tutta questa multimedialità poi non fa che renderle obsolete ancor prima di nascere. Tra meno di 3 o 4 anni i sistemi di infotainment di bordo sembreranno dei vecchi televisori col tubo catodico in confronto a ciò che ci aspetta. Ecco allora che una vettura più datata e senza diavolerie elettroniche acquista un senso particolare. Una innata immortalità sconosciuta alle più moderne quattro ruote. Ma torniamo a Tesla. Le elettriche sono ormai abbastanza diffuse. Molti marchi stanno virando in questa direzione. Musk ci ha creduto fin dall’inizio e contro ogni pronostico il suo progetto acquista piano piano esclusività.

Sento dire online da presunti santoni dell’auto che il mondo Tesla è sull’orlo di una catastrofe. Una realtà che pian piano sta collassando. Niente di più sbagliato a mio avviso. Se da un lato è vero che nel mirino di molti ambientalisti e non c’è la dubbia provenienza dell’energia elettrica, dal lato opposto ci sono realtà di energie rinnovabili che a fronte di oculate scelte potrebbero prendere piede ed espandersi. Vorrei dunque valutare, con gli occhi di un appassionato e non di un tecnico, quali sono le ragioni che potrebbero farmi acquistare o meno una Tesla. Piccola premessa. La Tesla più “abbordabile” ritengo a ragion veduta che sia la Model 3. Ecco quindi che è d’obbligo una valutazione mirata verso questo modello.

                                                                                 PRO

  • INQUINAMENTO: la lotta per la salvaguardia di questo malandato pianeta è iniziata già da qualche anno. A prescindere dalle polemiche di cui sopra, il potenziale delle elettriche è fuori discussione. Energie rinnovabili e batterie a impatto ambientale ridotto potrebbero essere un passo significativo. Ecco dunque che una Tesla potrebbe già farvi assaporare il sapore Green dell’essere attenti e premurosi verso ciò che ci circonda.

 

  • PRESTAZIONI: per quanto mi faccia male ammetterlo queste elettriche vanno “davvero forte”. Tesla, consapevole delle richieste sportive della clientela, ha pensato a versioni Performance con accelerazioni brucianti nell’ordine di 3 secondi nel raggiungere i 100 km/h da fermo. Tutto semplice, tutto alla portata anche dei meno abili, tutto sicuro. Arma a doppio taglio quindi, ma il mondo della auto si sta semplificando e questa è una inevitabile conseguenza. È comunque cosa nota che la coppia istantanea delle elettriche dona a quest’ultime una spinta non confrontabile (fino a circa 160 km/h) con quella delle competitor a benzina. 

  • SILENZIOSITA’: siete mai saliti su una Tesla? Ecco, sembra di stare isolati dal mondo, in un ambiente completamente ovattato. Complice l’assenza di un motore termico la Tesla scorre via silenziosamente che è un piacere. Tutto a beneficio del comfort e della tranquillità generale. Ritengo che questo sia un aspetto particolarmente importante. Ho la presunzione di definirmi petrolhead. Un appassionato di auto nel senso arcaico del termine. Tutto ciò mi porta ad amare in modo smisurato il sound prodotto dai motori e dagli scarichi delle auto che provo. Auto per l’appunto con motori termici, vivi, caldi. Tesla, elettrica per definizione è vista ancora con la freddezza che si riserva a oggetti tecnologici, digitali. Ecco allora che la silenziosità diventa un vantaggio. Un aspetto che allontana il guidatore dal “mondo antico”se si è alla ricerca di relax e modernità.

  • TECNOLOGIA: nell’era dei millennials e delle semplificazioni la tecnologia fa da padrona. Senza tecnologia questa Tesla avrebbe un sapore completamente diverso. L’ampio pad in posizione orizzontale accoglie ogni funzione, ogni impostazione. Utile o inutile non sta a me dirlo. Di fatto la Tesla mette a disposizione dell’utente un numero impressionante di funzioni e di ausili di cui però parleremo dopo. L’auto connessa sempre in rete diventa dunque una realtà. La mole di funzioni potrebbe disorientare, forse molte di queste non le userete mai, eppure sappiate che sono presenti. Intrattenimento totale. E le novità continuano lato guida. Il pilota automatico di Tesla declinato in varie versioni con vari gradi di “specializzazione” è quanto di più sofisticato presente in commercio. Capace per molte “rotte” di guidare in quasi totale autonomia rappresenta il non plus ultra della guida autonoma. Certo per i cultori del genere siamo ancora lontani dalla perfezione, ma la strada è forse quella giusta. L’unico limite alla tecnologia lo impone l’Unione Europea, che consapevole di alcuni rischi, impone a Tesla di depotenziare i suoi sistemi automatici al fine di rendere il guidatore più coinvolto nelle manovre quotidiane.

  • SICUREZZA: potrebbe essere un corollario del reparto tecnologia ma sarebbe riduttivo. La sicurezza dei sistemi elettronici è ormai cosa nota, frenate automatiche e cambi di corsia sono solo la punta di un iceberg di grande aiuto attivo. Salvano la vita? Anche a me non sta dire questo, ma alcune prove sono evidenti. Ciò che la gente non sa riguarda la sicurezza strutturale di Tesla. La sicurezza che ahimè è evidente solo in caso di incidente. Le stelle massime nel test Euroncap e in quello NHTSA testimoniano la bontà anche progettuale della “piattaforma” Tesla anche se, a onor del vero, un ruolo chiave lo giocano i sistemi elettronici. Insomma, promossa anche qui.

  • FASCINO: vuoi perché non esistono dei classici rivenditori, vuoi perché l’Italia non sembra predisposta ad accogliere auto elettriche, fatto sta che Tesla rimane un prodotto quasi esclusivo. Lo leggo negli occhi di chi riconoscendola la ammira in un parcheggio, o di chi, incuriosito dal marketing legato all’Autopilot si concentra nell’osservare se al volante c’è un umano o meno. Scherzi a parte, di Tesla piano piano se ne vedono sempre di più, eppure il senso di stupore rimane. Una vettura alimentata a corrente elettrica? Che diavoleria è mai questa? La sua esclusività è però anche fonte di incertezza. Molti non sanno dove vederla, provarla, acquistarla. Entro il 2020 qualcosa lato concessionarie dovrebbe cambiare. Mai dire mai.

  • CONSUMI: so che toccare questo tasso con una elettrica potrebbe rivelarsi una mossa azzardata. Non possedendo io una Tesla, baso questo trafiletto sull’esperienza di persone fidate. Tutte affermano che mantenere e usare una Tesla si rivela molto più conveniente rispetto a una vettura a combustione termica. La comodità poi nel sapere in tempo reale dove e come ricaricare si rivela vantaggioso nell’uso di tutti i giorni. Conosco famiglie che sfruttano le colonnine di ricarica presenti nei centri commerciali in occasione delle classiche uscite domenicali. I prezzi poi, risultano particolarmente vantaggiosi. Muoversi comporta dei “rischi” che in fondo potrebbero rivelarsi rischi calcolati considerando tappe e percorsi.

Potrei continuare perdendomi in dettagli vari, eppure voglio passare agli aspetti negativi, se così possono esser definiti.

  • EMOZIONI: l’ho detto prima, e posso confermarlo ora. Amo l’aspetto emozionale delle auto, la loro voce di scarico e motore. La silenziosità, punto di forza della Tesla, è anche un aspetto negativo nel momento in cui si cerca qualcosa di più “umano”. Capisco bene che questo sia un mio problema. Non tutti apprezzano la voce dei motori. Forse perchè non è hanno mai posseduto uno che sa cantare. Questi però non sono affari miei. Ma so per certo che molti amanti dell’attuale modo di vivere le auto la pensano come me. Ecco quindi che la voce “emozioni” entra nella lista.

 

  • AFFIDABILITA’: la digitalizzazione totale della Tesla la espone a piccole problematiche lato software. Non di rado alcuni aggiornamenti non vanno a buon fine con conseguenti problematiche per l’utilizzatore. Ricordo di aver visto un video su YouTube di alcune Tesla con sportellino di ricarica bloccato. L’apertura a volte compromessa impediva l’inserimento della presa elettrica e in altri casi, pur aprendosi lo sportellino, una volta inserita la presa non succedeva nulla. Tutto risolvibile con un soft reset o con un aggiornamento, ma il disagio resta. Stesso discorso dicasi per alcuni blocchi del pad centrale. Fermo su una schermata nera impediva la corretta gestione dei sistemi di bordo. Insomma, qualche problema di gioventù sembra esserci. Ma la tecnologia è così. Spesso da rogne, ma, a onor del vero, risolvibili quasi tutte via software con semplici ripristini.

 

  • ASSEMBLAGGI: interni ed esterni non eccellono da questo punto di vista. C’è parecchio imbarazzo nel rendersi conto che una vettura da oltre 50 mila euro ha degli assemblaggi approssimativi. Non è un mistero che in Italia Tesla delega alcuni carrozzieri nella “riparazione” di una buona parte delle proprie vetture in fase di consegna. Acquistare una Model 3 in alcuni casi corrisponde a ritirarla da un carrozziere al quale l’auto è arrivata qualche giorno prima al fine di porre rimedio a errati allineamenti e assemblaggi grossolani. Poca cura al dettaglio quindi, ma finché la casa madre si assume la responsabilità sulle prime eventuali “regolazioni” tutto passa “inosservato”. È sinonimo di interesse, e depone bene per un futuro di maggiore qualità.

 

  • FINITURE: stesso discorso di cui sopra. La Tesla rimane un passo indietro rispetto alle vetture premium europee e denota una certa mancanza di qualità in punti sensibili. Il design minimal degli interni dovrebbero favorire l’adozione di materiali di qualità, eppure, qualcosa sembra remare nel verso opposto. È evidente una certa incuria, tipica di molti prodotti americani. Una logica industriale quindi che non stupisce perché ampiamente usata da auto provenienti dalla stessa parte del mondo.

  • DESIGN: l’estetica non è in discussione. I gusti sono personali, eppure, in un connubio così perfetto di efficenza e tecnologia c’è qualcosa che fa storcere il naso. Linee un po datate e poco originali fanno del vestito della Model 3 un’opera non molto accattivante. Temo inoltre che Tesla sia ancora un po restia nel migliorare l’estetica delle sue auto. Ne è un esempio il Cybertruck, sempre ammesso che sia così. Ad alcuni tutto ciò piace, io personalmente non trovo grande piacere nell’osservare una Tesla, ma se tutto è in relazione all’efficienza aerodinamica sono disposto ad accettare questo compromesso.

 

  • AUTOMAZIONE: non sono un amante dei sistemi autonomi. Non apprezzo l’idea che qualcuno possa fare qualcosa al posto mio. Alla guida vorrei essere padrone di ciò che mi accade. Capisco tuttavia che i tempi cambiano, ma il senso non è questo. Una tecnologia nata per la sicurezza potrebbe di fatto renderci schiavi dell’automazione, ed esporci a molti più rischi del previsto. Non vorrei che l’Autopilot (che per quanto evoluto non può sostituirci) diventi la scusa degli “incapaci” o di chi semplicemente ha voglia di chattare e mettere like al volante. Qualcuno potrebbe contraddirmi dicendo che il volante va sempre tenuto in mano. Vero, ma Youtube ci dimostra che basta una semplice arancia per ingannare il sistema, e ciò non depone bene. Sono tuttavia d’accordo con chi afferma che nel traffico una automazione simile sia una manna dal cielo. Meno stress, meno rischi, meno angosce. Prima di trarre conclusioni in questo campo bisognerebbe conoscere la direzione che questo mondo sta prendendo. La consapevolezza umana dovrebbe trovarsi nel mezzo, ma non sono certo che sia davvero così. Siamo un pò schiavi e un pò padroni di qualcosa che non comprendiamo e non conosciamo.

  • AUTONOMIA: la Tesla Model 3 nella versione Long Range è capace di circa 600km di autonomia. Nello specifico parliamo di 560 km. Un risultato che complessivamente considerando tutti i valori in campo è più che soddisfacente. Le ricariche veloci poi permettono all’utilizzatore di ricaricare completamente la batteria in pochissimo tempo. Certo, non aspettatevi tempistiche analoghe a un pieno di benzina eppure le tempistiche si stanno riducendo molto. Allora dove sta il problema? Semplice. Di fatto ciò impone un ridimensionamento totale nel nostro modo di interpretare un pieno o meglio una ricarica. Inoltre non tutte le colonnine sono fast charge quindi vien da se che le tempistiche potrebbero variare di molto a seconda del punto in cui ci si ferma. Non è raro che i punti di ricarica Tesla siano in luoghi in cui è piacevole trascorrere del tempo. Hotel, Bar, o strutture destinate ad intrattenere il Teslaro (così vengono definiti i clienti tesla) nel modo più accogliente possibile. Un mondo a parte quindi. Raffinato ed elegante per molti punti di vista. Ma ciò, lo ripeto, comporta dei cambiamenti, delle modifiche e delle sostanziali programmazioni quando si viaggia.

Esempio personale: alle prese con un ritorno a casa circa 1000 km mi troverei costretto a soste forzate che solitamente non faccio. Nello specifico sono solito fermarmi massimo 2 volte per rifornirmi di benzina e sgranchire un po le gambe, con relativa sosta toilette obbligatoria. Durata totale del viaggio circa 9:30 h. Lo so, parliamo di un viaggio insolito ma è comunque indicativo.

Con Tesla, stando alle previsioni del sito ufficiale, mi vedrei costretto a compiere circa 4 soste. Tre da 25 minuti e una quarta da 40. Durata totale del viaggio circa 12 ore. Un aggravio di 2 ore abbondanti, quasi 3, che su un viaggio così lungo incidono e non poco. Potrei vederla diversamente. Fare 4 soste è l’equivalente di 4 momenti di relax e riposo mentre la Tesla ricarica. Forse, tra Autopilot, assistenze varie, e momenti relax, vivrei il viaggio con più tranquillità, con una spensieratezza sconosciuta attualmente.

Ma attenzione. Per sconosciuta non intendo dire che ora affrontare il viaggio sia sinonimo di sofferenza. Intendo dire che forse, non avendo mai fatto una simile esperienza, il godimento potrebbe essere una sensazione del tutto nuova. Sconosciuta appunto, diversa. Vorrei di conseguenza lasciare il giudizio sospeso anche in questa occasione. Ma, meglio rimanere col dubbio che a piedi.

  • VERNICIATURA: nota dolente, che fa male a chi come me sa trovare (purtroppo) il famoso ago nel pagliaio. Beh, in questo caso l’ago ha dimensioni più imponenti. Moltissime Tesla soffrono di sospette screpolature della vernice sulla carrozzeria a volte con conseguente ruggine. Effetto buccia d’arancia e tonalità diverse sono l’amara ciliegina sulla torta. Molti incuriositi da questo strano fenomeno hanno anche verificato una evidente discontinuità di spessore tra i diversi strati di vernice applicati sulla carrozzeria. In questa categoria includerei anche i difetti di condensa e a volte acqua nei fari, o i montanti spesso disallineati con la giuntura dei paraurti. Insomma una serie di sviste estetiche che non fanno sicuramente piacere.

  • PESO: con circa 1900 kg non è sicuramente una vettura che gode di grande agilità. Non è di certo un peso piuma. Spezzo però una lancia nei confronti del marchio americano. Tanta sembra essere ultimamente l’attenzione nei confronti di diete e irrigidimenti strutturali al fine di rendere queste Tesla più affilate. A beneficiarne sarebbe anche l’autonomia. Meno peso = meno consumi = più autonomia. Staremo a vedere, ma al momento le batterie pesano, e la tecnologia non ha ancora trovato la formula magica per il dimagrimento lampo.

 

  • DIFETTI GENERALI: casi più estremi riferiscono di malfunzionamenti diffusi a impianto elettrico (con blackout totale della macchina) o cortocircuito delle batterie. Rientrano anch’essi nella casistica difetti elettronici, ma essendo meno frequenti ma sicuramente più gravi ritengo sia giusto riservare loro una categoria a parte. Altri conoscenti lamentano inoltre il distaccamento parziale di alcune paratie sottoscocca. 

PREZZI: Non voglio scomodare Model X e Model S, continuerò con la Model 3.  Ebbene, sento odore di incentivi e sconti già da qui, ma di pari passo annuso anche un po di m…a. Perdonatemi il francesismo, ma se da un lato si parla di un ecobonus di almeno 4000 euro che salgono a 6000 con la rottamazione, dall’altro le regioni sembrano spaesate. Le più ricche e verdi come la Lombardia, offrono bonus di 10 mila euro. Seguono Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia con incentivi nell’ordine dei 4/6 mila euro, cumulabili con l’ecobonus Tesla/governo. Peccato che le altre regioni abbiano un ritardo mostruoso. Pochi aiuti che di fatto disorientano e scoraggiano chi ha voglia di elettrificarsi. Numerose sono inoltre le agevolazioni assicurative e sul bollo. Ma, a monte, bisogna acquistare l’auto. La versione base sprovvista di serie dell’automazione dell’Autopilot ha un prezzo base di 49.500.

Ecoincentivi alla mano abbiamo un prezzo indicativo di circa 33 mila euro in Lombardia che diventano circa 10 mila euro in più in altre regioni senza agevolazioni. Salvo calcoli errati dunque, ci ritroviamo difronte una cifra abbastanza impegnativa. Capisco che la tecnologia abbia un prezzo, ma un’edizione base, standard, seppur molto ricca (ma assente delle funzioni che hanno reso celebre Tesla) a questo prezzo rappresenta ancora un enorme passo indietro. Si parla di rivoluzione nel mondo dei motori, eppure, a questi prezzi sarà difficile se non impossibile una conversione.

Viviamo in uno Stato messo in ginocchio da innominabili. Uno Stato che vede nei suoi cittadini un’esempio di limitatissime possibilità d’acquisto. Ritengo dunque, che non avere una vera elettrica a buon mercato sia una enorme discriminante nella scelta di un’auto nuova o usata. In termine assoluto la spesa non è enorme, ma salendo con le “performance” e con gli optional le cifre raggiunte sono da capogiro. Non cresce però analogamente la qualità. I difetti il più delle volte rimangono, e pesano su pazienza e portafogli.

Dunque, siamo alle conclusioni di un articolo immenso in termini di lunghezza, e se sei arrivato fin qui ti ringrazio per la fiducia e l’attenzione che mi hai dedicato. Dietro queste liste di pregi e difetti ci sta la “testa” di un utente comune. Ho parlato di ciò che mi veniva in mente, di ciò che ritenevo mancanze o vantaggi personali. Potevo parlare di tanti altri aspetti, eppure ci tenevo a vivere questo articolo nel modo più spensierato possibile. Detto ciò, cosa penso davvero di queste Tesla? Vorrei quanto prima averne una sottomano per valutare con maggiore attenzione ogni dettaglio, confermare o smentire alcune cose che ho notato nei brevi contatti precedenti.

La consapevolezza di guidare una vettura Green deve trovare un reale riscontro alla voce ecosostenibilità. Guidare green impone delle rinunce. Sono o sarei disposto a farle in nome di una causa superiore se e solo se tutto ciò aiuta effettivamente l’ambiente. Se guidare elettrico continua in parte a essere sinonimo contraddittorio di inquinamento, non vi nego che non vedo vantaggi rispetto alla guida a “carbone”, che trovo infinitamente più soddisfacente. Piano piano il mio interesse verso la Tesla cresce, consapevole di un imminente cambiamento vorrei tanto che fosse meno esclusiva e più alla portata di tutti. È una categoria in cui i prezzi devono necessariamente essere abbattuti. Rendere l’elettrico alla portata di tutti e non solo di un ceto benestante deve essere la priorità dei nostri Governi, ma anche delle case.

Case che, in nome di ecologia e battaglie ambientali spesso badano benissimo al marketing ma ancor meglio allo loro spirito consumista. Consumismo del quale Musk mi sembra buon rappresentante nell’ottica in cui, com’è giusto che sia, si bada principalmente ai guadagni. Tesla dunque è per me ancora qualcosa di incompiuto e indefinito. L’Italia accoglie Tesla timidamente, e Tesla, dal canto suo, raramente cerca di socializzare più del previsto. Vi consiglierei di acquistare una Tesla se e solo se consapevoli dei punti a favore e sfavore. Solo se, ecologia a parte, siete disposti ad alcune rinunce e ad alcune programmazioni atipiche nelle auto termiche. In conclusione, avete voluto l’auto a pile? Adesso ricaricate.

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