Prendete tutto ciò che sapete di Corvette e mettetelo da parte. Il nostro video, che trovate qui sotto, inizia proprio così e direi che questa frase riassume alla perfezione lo spirito con il quale approcciarsi alla nuova Corvette C8. Vestita di un prepotente arancione la nostra Corvette C8 poggia su cerchi differenziati che la tengono saldamente ancorata al terreno.

A primo impatto, quando la vidi da Cavauto qualche mese fa, rimasi piacevolmente sorpreso. Linee tese e quasi muscolose in pieno stile americano e una dose inaspettata di classe rendevano questa Corvette C8 molto intrigante. Basta poco per accorgersi che stavolta in GM hanno pensato anche al “Vecchio Continente”. Più che la classica muscle car americana questa Corvette C8 sembra l’ultima delle sportive made in Europe.

Corvette C8

Eppure a tradirla c’è un dettaglio. In barba alla moderne “restrizioni/mode” che ci vorrebbero motorizzati a pile o con irrisorie cilindrate in stile Ape Piaggio, la Corvette C8 porta in dote un possente V8. E qui si aprono le porte di un mondo che a prima vista sembra identico al passato ma nei dettagli è profondamente cambiato. Motore in posizione centrale, bilanciamento dei pesi perfetto, sospensioni raffinate ed elettronica specialistica proiettano la Corvette C8 un gradino (o forse 2) sopra alla sorella C7.

Corvette C8

Attenzione però. Ciò non relega la C7 nel cassetto nascosto della scrivania. La penultima Corvette rimane un esercizio stilistico e meccanico di tutto rispetto. Una muscle car di razza col vestito da corsa che però non sa rinunciare al suo carattere da cattiva ragazza, sgommando dei sobborghi più o meno loschi di mezzo mondo. La C8 invece è anche raffinata, gentile, educata e tecnologica. Tutti aspetti che faranno gioire gli appassionati ma “arrabbiare” i puristi del modello.

Corvette C8

La Corvette C8 è un cambiamento radicale ma indispensabile

Eppure per GM questo passo era fondamentale. Inutile girarci troppo attorno. La Corvette nella nostra parte del mondo è sembra stata presa a piccolissime dosi. Non fa eccezione la C7, ma con la C8 le cose potrebbero cambiare. L’ultima evoluzione racchiude il meglio della tecnologia e della meccanica attuale senza rinnegare il passato. Sa essere brusca e reattiva come un’auto da corsa ma anche dolce e fluida come una GT di classe.

cerchio corvette

Questo è ciò che piace al cliente europeo, che abituato a Porsche, Audi R8, etc cerca anche comodità nell’uso quotidiano. A dirla tutta i nomi appena fatti sono decisamente “esagerati”. Ecco un’altra freccia nell’arco della Corvette C8. Il prezzo. Trovare una R8, una 911, una Ferrari, una Lamborghini etc a meno di 100 mila euro è cosa impossibile. La Corvette invece offre un pacchetto decisamente completo a un prezzo intorno ai 95 mila.

volante Corvette C8

Con molto rispetto per le concorrenti vi comunico che io non esiterei un attimo: sceglierei lei. Quante sportive/supercar possono vantare un V8 dietro i sedili? POCHE. Quante a questo prezzo, con questa originalità e questo carattere? NESSUNA. Osserviamola. L’arancione viene spesso interrotto da prese d’aria e nervature di colore nero lucido. Non sono un amante del piano black “interno” e questo fortunatamente non è minimamente paragonabile per fattura e funzionalità. Ogni presa d’aria qui è vera, non ci sono finte feritoie o “bocche chiuse”. Il frontale non è così aggressivo come quello della serie precedente.

Corvette C8

Questa Corvette C8 è più armonica, filante, ma non per questo meno pungente. È comunque una Stingray di razza. Il taglio del cofano ricorda vagamente le forme esagonali di Lamborghini, poco male, se c’è ispirazione è ben riuscita. Il 3/4 posteriore sulle prime lascia un leggermente perplessi gli osservatori. È di dimensioni più generose rispetto alle altre Corvette con motore anteriore. Dopo un po ci si abitua, ma per intenderci l’effetto Corvette diminuisce. Il posteriore invece sembra uscito da un videogioco degli anni 80/90.

Corvette C8

L’ottimo lavoro svolto dai tecnici GM è palese quando si comprende che questo posteriore vuole essere a tutti i costi quello di una muscle car che si trasforma all’occorrenza in supercar. Discreto ma utilissimo l’alettone in colorazione nera che non invade la linea ma la incattivisce ulteriormente. Stupendi i 4 terminali cromati che regalano una timbrica tipica di chi sa far cantare un V8. L’interno è un trionfo di pelle, alluminio e Alcantara: poca plastica e tutta di qualità. Impianto audio BOSE, infotainment di casa GM opportunamente modificato e tasti rapidi per i driving mode completano la dotazione.

Corvette C8

Curiosa e originale la forma del tunnel centrale che attraversa l’abitacolo a metà dividendo guidatore e passeggero. Questa scelta non è solo estetica ma anche funzionale. Sul tunnel infatti si trovano i comandi per “climatizzare” la nostra Corvette. Mi lascio accogliere dai comodissimi sedili e partiamo. Il V8 prende vita con un latrato che ben si esprime dando un po di gas in folle. Una gioia per le orecchie. Un concerto classico che non produce mai note troppo sguaiate da farci pensare di essere a bordo di un’auto “volgare”.

Corvette C8

Un solo difetto per la Corvette C8: uno strano sterzo

Dopo qualche chilometro alla guida trovo il volante più bello che diretto e questo la dice lunga considerando la forma insolita del comando principale. Peccato, per rendere visibile il cockpit hanno “quadratizzato” il volante rendendolo ottimo solo sul dritto. Un’auto così ben piazzata su strada l’avremmo voluta con un bel comando in stile Alfa Romeo eppure i paragoni sono con le tedesche meno “raffinate”. Tuttavia anche in questo caso basta abituarsi per passarci sopra.

Corvette C8

La Corvette C8 danza con molta sicurezza sulle curve del nostro passo di montagna e l’asfalto malmesso non impensierisce i suoi pneumatici mastodontici. Entra in confusione solo quando Luca è al volante ma potete intuire facilmente il perché. In modalità Z, e con parametri regolati a piacimento, il 6.2 v8 da 495cv e 637nm canta un assolo fantastico e ci fionda tra le curve senza la benché minima esitazione. 0-100 in circa 3,5 secondi e una velocità massima prossima ai 300 sono dati di tutto rispetto.

interno corvette

Il cambio a doppia frizione è sempre pronto, anche in scalata non perde un colpo e ci saluta facendo scodinzolare la Stingray cambiando a ruote “storte” e gas spalancato. Ma questo non posso descriverlo in un articolo. Dovete provarlo e anzi vederlo nel nostro approfondito test drive. Per osservare dal vivo questa bellissima Corvette C8 fate un salto da Cavauto a Monza. Noi vi comunichiamo con certezza che l’abbiamo promossa e che ci ha stregato. Così pura eppure così tecnologica.

cerchi corvette

Così americana ma con la raffinatezza europea. È una best buy nella sua categoria ed è anche una delle migliori Corvette di sempre…. O almeno lo è fino alla prossima versione con il v8 che sfiora i 700cv. Se il prezzo da pagare per avere una vera supercar è rinunciare a un pizzico di muscoli americani ben venga.

Corvette C8

Mai come adesso la Vette è un’auto completa, emozionate e godibile. Capace di staccare un ottimo tempo in pista ma anche di scarrozzavi in costiera nel confort totale. Potete scoprirla in pochi secondi e godervela en plein air con il V8 che ronfa o ruggisce come mai prima d’ora. E tu cosa ne pensi di lei? Sei pronto a scoprirla?

Prezzi da 93.170€ la coupé e 99.840€ la convertible in prova

Sito ufficiale Chevrolet Italia

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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