Le auto “d’epoca”. Un mondo ed un mercato sempre florido e sempre sulla bocca degli appassionati. Eppure “d’epoca” è una definizione di per sé molto variabile dal momento che per le persone un po’ più grandi la prima cosa che viene in mente sarà la Balilla o la Topolino, mentre per i trentenni come me, saranno le auto degli anni ’70 ed ’80.

Alla Fiera di Milano dal 20 al 22 Novembre, si è svolta Milano Autoclassica, richiamando semplici appassionati, collezionisti e Guru dell’automobile del calibro di Davide Cironi o Andrea Farina.

L’auto d’epoca, ma forse giustamente sarebbe il caso di chiamarla proprio “classica”, oggi ha racchiude un mondo che si è allargato anche oltre il classico confine dei 30 anni d’età della macchina. Le youngtimer, le auto degli anni ’90 e primissimi duemila stanno crescendo di interesse ed alla fiera erano chiaramente rappresentate da una nutrita schiera di Fiat Barchetta, Fiat Coupé. Alfa 156, Golf GTI mk3, una favolosa e rarissima BMW M6 E60 con il mitico V10 e la splendida Alfa Romeo 8C andata all’asta e quotata intorno ai 400 mila euro.

La cosa bella della manifestazione però è rendersi conto come cambia l’interesse delle persone con il passare del tempo, notare che le auto degli anni ’80 stanno assumendo un valore concreto, suscitando l’interesse degli appassionati che oggi hanno finalmente la possibilità di comprarsi l’oggetto del desiderio della loro infanzia.

Ma l’automobile è anche Storia e Cultura; la 500 rappresenta un’intera pagina, fortunatissima, della storia del nostro paese, ed infatti le quotazioni le danno ragione. Stessa sorte per le Lancia Delta e le Alfa 75, sempre più richieste e ricercate ma anche per le Golf GTI, le prime e seconde serie hanno ormai quotazioni molto importanti e la terza serie sta diventando interessante.

L’auto d’epoca è rarità ma è anche qualcosa che è legato visceralmente alle nostre storie personali. Il ragazzo che negli anni ’90 non poteva permettersi la Golf GTI (il Deltone ormai è partito su costi da appartamento) oggi la ricercherà, il trentenne che da bambino ha passato l’infanzia in giro per l’Italia su una Fiat 131 la rivorrà indietro (magari Abarth) e la stessa cosa succederà tra vent’anni a quel bimbo che oggi cresce o è cresciuto sulla Giulietta del babbo o sulla Renault dei nonni.

Basta guardare un album personale di fotografie per rendersi conto che all’automobile ci leghiamo indissolubilmente i nostri ricordi e le persone a noi care che magari non ci sono più, ma che quel particolare modello di auto, magari poco significativo per gli altri, per noi acquisisce un’importanza difficile da spiegare.

Autoclassica è cruciale per i commercianti d’auto d’epoca, ma anche per i ricambisti, settore fondamentale nell’ambiente, data la scarsa reperibilità dei pezzi di ricambio delle macchine ultratrentennali. Purtroppo però abbiamo notato spesso prezzi eccessivamente gonfiati, auto di scarsa rilevanza storica o pesantemente modificate proposte a prezzi completamente fuori da ogni logica. Peccato.

Luca Santarelli

Sono Luca, Piede Pesante degli anni ’80. Da bambino volevo fare il ferroviere, il "guidatore" o il pilota di F14. Mi piace tutto quello che ha un motore e fa rumore (anche le bici però) tanto che, di usare cose a motore rumorose, alla fine ne ho fatto una professione. Mi piace anche viaggiare e fare le foto, sono qua anche per questo. Non mi piacciono il sottosterzo, gli scarichi finti e soprattutto quando arrivi al Bar per fare colazione e sono finiti i cornetti! Benvenuti su Piedi Pesanti.

Un pensiero su “Milano Autoclassica; una veloce riflessione.

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