La Pininfarina Battista è l’auto più veloce del mondo; o meglio l’auto con la migliore accelerazione. Per raggiungere i 100 km/h le bastano solo 1.86 secondi, che diventano 4,79 per toccare i 200 km/h. Confrontate questi dati con quelli di una Formula 1 e scoprirete che non sono così distanti.

Pininfarina Battista

Numeri sensazionali per la Pininfarina Battista che la proiettano ai vertici sia parlando di elettriche che termiche. L’italiana è una delle poche vetture al mondo in grado di superare le ambizioni dei suoi stessi “padri fondatori”. In una recente intervista il Chief Product and Engineering Officer di Pininfarina Paolo Dellachà ha dichiarato che sono stati raggiunti obbiettivi di gran lunga superiori a quelli che inizialmente si erano prefissati.

Pininfarina Battista

Per la Pininfarina Battista un progetto tutto nuovo

Il merito è sicuramente dovuto alla progettazione su “foglio bianco” quindi partendo da zero, ma anche a una serie di chicche e curiosità degne di nota.  Se avete a disposizione 2.2 milioni di euro potrebbe essere vostra in una delle circa 130 milioni di combinazioni presenti. Eh si avete letto  bene. 130 MILIONI di combinazioni per questa Pininfarina Battista che di certo non rinuncia a una personalizzazione totale.

interni Pininfarina Battista

Per il vostro esemplare si renderanno necessarie ben 1250 ore di minuzioso lavoro Made in Italy. Colore di interni ed esterni, sedili, Alcantara, pellami, disegno dei cerchi e altro possono essere configurati su misura in base ai vostri gusti personali. Leggendo la scheda tecnica è difficile dubitare della bontà del progetto. 4 modalità di guida, Torque Vectoring su ogni ruota quindi a 4 motori, distribuzione ottimale dei pesi e baricentro basso sono solo alcune delle carte vincenti di questa Pininfarina Battista.

Pininfarina Battista

A spingerla ci pensano 1900 cavalli elettrici e 2340 nm di coppia. Velocità massima limitata a 350 km/h. Avrà anche il nome di un maggiordomo di altri tempi, ma questa furia quando deve correre sa farlo davvero bene. Ecco allora che si spiega l’incredibile ripresa. È però noto che una volta arrivati a 100, 200 o 350 km/h bisogna pur far qualcosa per frenare. Ecco allora che entra in soccorso un impianto frenante tanto raffinato quanto incisivo e performante.

Pininfarina Battista

Un solo record del mondo? meglio raddoppiare!

Quella che sentite non è puzza di freni, ma profumo di record mondiale. Eh già perché il secondo riconoscimento arriva proprio alla voce freni. Da 100 a 0 km/h in soli 31 metri. Numeri sbalorditivi che rendono la Pininfarina Battista lottare a spada tratta contro le rivali più agguerrite. Potremmo parlare adesso dei difetti, ma perché farlo? Sconfinerei nella classica ideologia ormai obsoleta del petrolhead che mal digerisce l’elettrico.

Pininfarina Battista

Eh si, l’avrei voluta termica, rumorosa, sguaiata; ciò purtroppo non è più possibile. Tuttavia, basterebbe osservarne la bellezza e spingerla al massimo in pochi secondi per dimenticarsi almeno un attimo di doverla attaccare alla spina. E voi? Cosa ne pensate della Pininfarina Battista?

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.