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Cadillac XT4: sono arrivati gli americani!

Un viaggio nella bassa Maremma Toscana al confine con il Lazio, tra le colline che dal Monte Amiata degradano verso il mare del Monte Argentario, alle sorgenti delle Terme di Saturnia per provare la Cadillac XT4.

Tra me e la Cadillac XT4 ci sono ormai solo un paio d’ore. Sto guidando da quasi 350 km, e ho un pensiero ricorrente: questa nuova Caddie sarà all’altezza delle mie aspettative. È già capitato in passato di aver a che fare con auto che dal vivo si sono rivelate diverse da ciò che mi aspettavo. Stavolta però è diverso. Pur di vederla, pur di fare la sua amicizia, ho percorso circa 500 km, molti dei quali su strade che definir tali è cosa assai pericolosa. Ho sempre avuto grande rispetto per il marchio Cadillac: in Italia siamo abituati a vederne poche, ma in America le cose sono diverse, e il marchio raccoglie moltissimi consensi. Pensando alle Cadillac spesso citiamo le mastodontiche Escalade che molti rapper hanno sfoggiato nei loro videoclip. Un’auto a tal punto presidenziale e ricca, che negli anni ha attratto chi presidente vuole sentirsi. Cadillac a mio avviso ne è consapevole: ma sa bene che le fondamenta del marchio poggiano su tanta sostanza.

Io personalmente se penso alle Cadillac ricordo con piacere l’incontro con una stupenda CTS-V del 2012, così aggressiva nelle linee da far sembrare angelica anche la più agguerrita concorrente. Oggi le cose stanno cambiando. GM ha davvero intenzione di lanciare Cadillac in Europa, e per farlo, sceglie la Cadillac XT4, un suv medio che non sa passare inosservato.

Torniamo però al mio viaggio. Mentre mi lascio accompagnare da queste riflessioni ricevo la telefonata di Luca, che mi comunica con esattezza la sua posizione. Ci separano solo un paio di curve, le stesse che dividono il Lazio dalla Toscana, appena passato Montalto di Castro, tra le colline di una bassa Maremma Toscana a me sconosciuta ma che ho scoperto in questa occasione e che mi riprometto di tornare a visitare appena possibile.

Cadillac XT4

La Cadillac XT4 è lì, al confine, lo stesso confine che devo superare mentalmente per comprendere che questa vettura vuole vestirsi da muscle car anche se nasce SUV. Ultima curva e lei è li con Luca a bordo, quasi seduta su delle insolite pietre nere come l’asfalto bagnato, all’ombra di qualche cipresso che fa da primo piano al magnifico sfondo della campagna maremmana. Sembra una cartolina e a Luca che non ha scelto questa zona casualmente, c’è da fargli i complimenti. Mi avvicino, e ancor prima di scendere dalla macchina mi lascio scappare un gesto tipico della mimica italiana, il significato: “che bella, tanta roba”. Scendo, lentamente mi avvicino osservandone prima il posteriore. Tagli netti e angoli vivi le danno un look molto cattivo. In foto sembra quasi tozza ma dal vivo è particolarmente bella. Nulla a che vedere con le foto diffuse o con i video che circolano in rete. Per lei vale la regola del: “non la conosci davvero finché non la vedi dal vivo”. In foto a onor del vero si comprendeva bene la qualità e l’attenzione al dettaglio, cosa confermata e rafforzata dalle prime “valutazioni” sul posto.

Cadillac XT4

“Da tempo non vedevo una vettura fatta così bene in questo segmento, a questo prezzo”

Voglio subito metterla in difficoltà, e mi dirigo fiero verso i lunghi e aggressivi gruppi ottici posteriori. Le auto moderne mi hanno insegnato a cogliere alcuni dettagli, indicativi di ciò che potrebbe nascondere ogni vettura. Spesso, gruppi ottici così estesi, su linee così aggressive, nascondono piccole infiltrazioni, che in giornate umide e piovose come questa, sono subito evidenti. La Cadillac XT4 però non espone il fianco. Gli accoppiamenti sono perfetti, il senso di premium e qualità mi convince subito che potrei continuare la ricerca, rimanendo molto soddisfatto. E in effetti è ciò che faccio: mi muovo alla ricerca di qualche dimenticanza, ma non trovo nulla. Il sospiro di sollievo con annesso “finalmente”  è la logica conseguenza: da tempo non vedevo una vettura fatta così bene in questo segmento, a questo prezzo. Ancora un paio di dettagli attirano la mia attenzione: i cerchi, lo scarico, i cofano anteriore e i gruppi ottici. 20 pollici sono dimensioni tanto importanti quanto spaventose per il confort stradale nella guida di notte. Il disegno molto aggressivo piace e convince nel contesto generale. La Cadillac XT4 vuole trasmettere anche questo, e i cerchi sono un elemento fondamentale in tal senso. Lo scarico sdoppiato sulla sinistra ha delle dimensioni molto generose incattivisce la nostra Cadillac XT4 e lo fa con qualche richiamo a vetture ancor più feroci, una su tutte la Camaro. Mi sposto più avanti, osservo con attenzione il frontale. Cattivo, ma senza alcuna traccia di volgarità o eccesso. L’ampia calandra anteriore passa quasi in secondo piano al cospetto di un dettaglio che i più yankee ameranno di certo: il cofano motore che presenta un rigonfiamento tipico delle muscle car. Potrebbe sembrare fuori luogo sulla Cadillac XT4 ma vi assicuro che non è così. Anzi, sembra dar vita a quell’ideale di suv muscoloso tanto rincorso in USA. Originali ed intriganti i gruppi ottici anteriori full LED.

Cadillac XT4

Il colpo d’occhio è molto soddisfacente, la qualità alta, e i dettagli non mancano. Uno su tutti è rappresentato dal disegno che i gruppi ottici assumono azionando le frecce. Tutta la zona inferiore si illumina di arancione, impossibile non apprezzare il lavoro svolto dai tecnici GM nel curare anche il più piccolo degli aspetti. Il pacchetto però non sarebbe completo se non vi citassi la colorazione che in Cavauto, azienda di Monza che è l’unica struttura in Italia con mandato di vendita da parte della filiale europea per i marchi GM, hanno sapientemente scelto per noi.

“Curva dopo curva la Cadillac XT4 scorre sul fondo bagnato senza la minima incertezza, ricorda il preciso incedere di un cavallo”

La traduzione italiana dovrebbe essere qualcosa del tipo: “arancione autunnale metallizzato”. Concretamente si tratta un fantastico arancione che esalta al meglio ogni linea e ogni dettaglio. Si raccorda bene ai numerosi loghi Cadillac argentati, alle finiture nere, ai gruppi ottici con presa d’aria integrata e al tetto apribile. Mi aspettavo un colore più smorto e meno vivace in giornate grigie come questa, eppure mi sbagliavo. Ha sempre un bagliore, una luce, un’allegria che pochi colori così discreti posseggono. Seguo Luca, raggiungeremo il nostro set fotografico con due auto, così da sfruttare al meglio ogni possibile “contrattempo” climatico. Le strade maremmane sembrano una interminabile cartolina che si estende tra radure e foreste fatte di colline verdi e paesini medievali. Tutto ciò, per me, inviterebbe alla calma, all’osservazione, alla comprensione di come madre natura abbia sapientemente distribuito la bellezza in questi luoghi. Non per Luca. Lui tutto ciò lo conosce a memoria, e da buon piede pesante deve raggiungere la nostra destinazione nel modo più veloce possibile. Io inseguo, cercando di domare il peso della mia auto del giorno. Davanti, la Cadillac XT4 sembra composta, stabile e precisa come poche. Lo so, mi starete prendono per pazzo, sarete sul punto di chiudere questo articolo perché niente di ciò che ho appena detto può essere accostato a un SUV di 1800 kg. Ne ero certo anch’io e mi sono dovuto ricredere. Curva dopo curva la Cadillac XT4 scorre sul fondo bagnato senza la minima incertezza, ricorda il preciso incedere di un cavallo, complice naturalmente la bravura del suo conduttore. Dossi, avvallamenti, cambiamenti del fondo stradale e buche non sembrano metterla in difficoltà. Lei procede, io inseguo, Luca se la gode. Non vi nascondo che questo siparietto ha ulteriormente rafforzato in me la voglia di provarla. Ci fermiamo, siamo arrivati, ma il tempo non è clemente. Dobbiamo rimandare di qualche minuto, quindi, salgo a bordo: adesso tocca a me.

Cadillac XT4

Neanche il tempo di trovare la posizione del sedile ideale che la Cadillac XT4 mi ammalia con la sua strumentazione, in parte digitale, in parte analogica. Ben fatto. È questo il giusto connubio tra classico e moderno che noi appassionati vogliamo vedere. La componente analogica, (rappresentata da giri motore e tachimetro) è di altissima qualità e precisione. Un piacevole effetto 3D con illuminazioni mirate, rendono il colpo d’occhio davvero molto molto rilassante. Impugno il volante, innesto la prima e via. Il motore non è silenziosissimo, in partenza, eppure suona in modo diverso dai soliti diesel. Ricorda nel rumore la pacatezza saggia dei V6 e non il manifesto sferragliamento di alcuni 4 cilindri. Piacevole oserei dire, e lo è ancor di più continuando a spingere, perché alza la voce sempre con pacatezza e quando si veleggia o si spinge poco, l’insonorizzazione è da prima della classe. Il cambio pur non essendo un doppia frizione, è fluido e preciso. Ha degli innesti dolci ma non lenti o “demoralizzanti”. Anche nella guida sportiva, compresa la sua logica di funzionamento, lo si può aiutare con i paddle al volante, e nella modalità manuale, una volta a limitatore, non avverrà nessuna cambiata senza il vostro input. Laddove però stupisce è nell’handling. I 1800 kg sembrano molti meno, lo sterzo preciso il giusto mantiene questa Cadillac XT4 in traiettoria trasmettendo al guidatore tutte le sensazioni necessarie a mantenere altissima la soglia di sicurezza. Il modo in cui viene ripartita la trazione è davvero eccellente, non un accenno di sottosterzo, non una incertezza: questo AWD è davvero ben fatto, a tal punto che spesso la coppia ripartita sull’asse posteriore fa chiudere la traiettoria come se fossimo al volante di una berlina con ambizioni sportive. È merito della meccanica, del telaio, e delle sospensioni elettroniche che hanno sempre tutto sotto controllo. Ho apprezzato molto le diverse modalità di guida. Finalmente una vettura capace di far avvertire sensibili differenze tra le varie modalità.

Cadillac XT4

Si può viaggiare in città o in autostrada in 2WD (anteriore) selezionando la modalità TOUR e si passa al 4×4 nelle modalità AWD, SPORT e FUORISTRADA. Ed è proprio stuzzicando queste ultime 3 che abbiamo realizzato la bontà del progetto. In AWD si viaggia comodi, con sicurezza, precisione ma anche attenzione ai consumi. Il cambio snocciola rapidamente le marce, il motore gira basso, senza disturbare gli occupanti, le sospensioni sono un giusto compromesso tra solidità e assorbimento. Nella modalità SPORT le cose cambiano notevolmente. Lo sterzo si irrigidisce senza dimostrare alcuna zona morta (comunque assente anche nelle altre modalità), il cambio agisce più velocemente mantenendo più spesso le marce basse e ricche di coppia, le sospensioni diventano più rigide e il 2.0 turbo diesel sprigiona tutti i suoi 174 cv che a dire il vero sembrano anche qualcuno in più. È qui che si apprezza il pacchetto Cadillac XT4, e qui si comprende il lavoro dei tecnici GM. La modalità FUORISTRADA non richiede grandi precisazioni. Come dice il nome è destinata all’utilizzo in off-road, cosa che la Cadillac XT4 sa fare molto bene. Con i controlli attivi non ha incertezze, perdite di potenza o di trazione: sa il fatto suo e vuole confermarlo ogni volta che si affronta un ostacolo. Le sospensioni attutiscono bene ogni asperità e come afferma Luca: “potremmo bere un caffè senza perderne neanche una goccia”.

Benvenuta Caddie!

E.C.


 

Cadillac XT4 Sport AWD in prova

Motore turbodiesel 2.0 da 174 cv

Prezzo di partenza: 46.940€

Vernice Autumn Orange Metallic: 870€

Comfort and Convenience Package: 1.280€

Advanced Security Package: 510€

Driver Assist Package: 970€

Enanched Visibility Package: 1.430€

Technology Package: 1.490€

Ultra View Power Sunroof: 1.230€

Spare wheel kit: 300€

20” 5-double-spoke aluminium wheels with Diamond-Cut: 1.230€

Active Sport Suspension: 970€

Funzionalità degne di nota:

Nel pacchetto clima automatico: sotto i 55°F (Circa 12°C) si accende automaticamente riscaldamento volante e sedili, sopra i 75°F (24°C) la ventilazione sedili.

Il sistema AWD ha 2 frizioni sui semiassi posteriori che distribuiscono la coppia fino al 100% là dove necessaria rendendo sempre l’auto efficace, precisa e sicura.

 

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

4 pensieri riguardo “Cadillac XT4: sono arrivati gli americani!

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