Quando la casa inglese ha annunciato i soli 12 esemplari di Bentley Mulliner Bacalar per festeggiare i 100 anni del marchio molti “collezionisti” hanno dimostrato un grande interesse. Se questi ultimi sono direttamente interessati all’acquisto, c’è una buona fetta di appassionati che ne parlano consapevoli di non poter mai possedere uno di questi 12 esclusivissimi esemplari. La Bentley Mulliner Bacalar è una roadster che prende in prestito ossatura e meccanica della Continental GT Cabriolet. Rispetto alla sorella però cambia decisamente look snellendosi in alcuni punti cruciali.

Bentley Mulliner Bacalar

Il colpo d’occhio anteriore con l’ampia calandra e i gruppi ottici circolari richiama subito alle Bentley. Questa inconfondibilità” viene un po meno al posteriore dove però non le manca di certo il carattere. Fari assottigliati e spoiler evidente ma non “cafone” fanno da contorno alle splendide “gobbe” in prossimità dei sedili. Elementi estetici che confermano il carattere e l’esclusività di questa supercar inglese. Meccanica e motore sono in tutto e per tutto quelli della Continental GT. Sotto il cofano dalla Bentley Mulliner Bacalar scalpita il W12 6 litri da ben 635 cv che spinge questa “bestiona di lusso” ad oltre 330 km/h e la fionda ai 100 km/h in soli 3,8 secondi.

Una GT esuberante e di gran classe

Bentley Mulliner Bacalar

Insomma non una sportiva di razza (il peso è comunque elevato) ma come suggerisce il nome una GT capace di far impallidire molte supercar da “sparo”. L’effetto roadster poi enfatizza il piacere generale che unito all’esclusività dei soli 12 esemplari trasmette costantemente questa sensazione di “limitato e speciale”. Qualche settimana fa Bentley per creare entusiasmo intorno a questo inedito modello ha pensato bene di avviare un Contest molto particolare. Questa sfida ha coinvolto tutti gli addetti ai lavori del marchio inglese comprese le loro famiglie. Lo scopo del “concorso” era quello di vestire la Bentley Mulliner Bacalar in modo originale e particolare.

Bentley Mulliner Bacalar

La Bentley Mulliner Bacalar arcobaleno vince il contest

Il direttore del design Sielaff ha così visionato tutti i lavori e ha eletto un vincitore, anzi, una vincitrice. La donna di nome Eleanor ha vinto il Contest presentando una colorazione arcobaleno che partendo dall’alto con tonalità chiare e accese si spegne sulle minigonne in colori sempre più scuri e meno sgargianti. Potrebbe sembrare un’idea infantile o fuoriluogo: niente di più sbagliato! Ogni colore presente su questa Bentley Mulliner Bacalar veste storicamente altre vetture del marchio. In definitiva si tratta quindi di una celebrazione della storia dei colori secondo Bentley e secondo Eleanor che conosce bene il passato del marchio.

Bentley arcobaleno contest

Il primo colore infatti è il Dragon Red II presente sulla Bentayga e sulla Continental del 2012. Si passa poi all’Orange Flame particolarissimo e sgargiante in quanto rivestito di una patina lucente di polvere di alluminio che ne esalta tonalità e carattere. Al terzo livello troviamo l’inconfondibile Yellow Flame, un giallo particolare che ha accompagnato la Bentley Mulliner Bacalar fin dai suoi primi respiri. Al momento della presentazione infatti è stato proprio questo il colore scelto per mostrare la roadster in tiratura limitata.

Bentley Mulliner Bacalar

 

Tutti i colori della Bentley Mulliner Bacalar vengono dal passato..

Il quarto colore è l’Apple Green un verde classico che Bentley “utilizza” da molti anni e che i clienti continuano a gradire e a chiedere abbastanza frequentemente. Questo è seguito dal Jetstream II esclusivo e particolare come pochi. Trattasi nello specifico di una polvere di vernice blu che aggiungendo alla matrice della componenti metalliche ha la capacità di cambiare tonalità e vigore in base alla luminosità circostante. In ogni occasione rimane comunque elegante e sgargiante come ogni Bentley dovrebbe essere. Il penultimo colore è il Sequin Blue che ha una storia molto particolare. Anni fa in Bentley un cliente chiese un colore particolare da abbinare alla tonalità dei suoi “abiti eleganti”. I tecnici si misero all’opera e di comune accordo con il facoltoso cliente nacque questa insolita tonalità che negli anni Bentley ha utilizzato anche in altre occasioni.

Bentley Mulliner Bacalar

Ultimo ma non meno importante l’Azure Purple che ha una storia molto simile al blu di prima se non fosse che il questo caso il cliente lo ha esplicitamente richiesto ispirandosi al colore di un fiore (una viola appunto) che si trova solo in alcuni punti specifici del deserto africano. Insomma i colori continuano a stupire e a far parlare. Poco tempo fa Luca (clicca qui) aveva parlato dell’evoluzione dei colori in campo automobilistico e questo “render” di Bentley Mulliner Bacalar è la prova che ancora il colore ha un ruolo chiave. Il “progetto arcobaleno” ha sbaragliato la concorrenza proprio perché porta in seno tutta la tradizione cromatica del marchio inglese.

Bentley colori

Ogni Bentley sarà unica mantenendo la già elevata esclusività dei 12 esemplari

Sono infatti rappresentati i colori che più di altri hanno fatto la storia di Bentley. Peccato solo che probabilmente tutto ciò non vedrà mai la “luce”. I 12 modelli sono “pre configurati” dai 12 fortunati possessori che si sono ispirati alle numerose combinazioni che Bentley ha messo a loro disposizione. Non è però ancora detta l’ultima parola. Come sappiamo molti collezionisti sono molto esuberanti e particolari. Pur di distinguersi non badano a spese e magari un’idea come quella del Eleanor potrebbe vedere presto la luce.

Se siete appassionati di Supercar e colori leggete cos’è successo a questa povera Lamborghini.

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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