NewsTecnologia

Dall’Università di Modena, il concept che riduce “l’uso del suolo”

Tra appassionati ce le possiamo dire le cose come stanno. Alle case automobilistiche, ai progettisti, gli enormi sforzi fatti in campo tecnologico facciamo fatica a riconoscerglieli; io per primo.

Un po’ perché da appassionati siamo nostalgici e tutti vorremmo un po’ tornare al carburatore, la benzina “rossa” e la trazione posteriore; un po’ perché spesso le innovazioni sono proposte “male”. Sta facendo discutere proprio in queste ore sul nostro Instagram (specie sulle Stories, dove siamo più attivi) la Ford Mustang Mach E e proprio perché si chiama così.

Pur non essendolo – una Mustang – ci fermiamo tutti al nome che ci fa arrabbiare, quando dovremmo fare uno sforzo in più e guardare oltre, vedendo la berlinona (non è nemmeno un SUV, siamo sinceri) elettrica che realmente è e che, a pieno regime, dovrebbe poter permettere alla mitica casa americana di abbassare le emissioni medie potendo continuare a deliziarci con quella vera, di Mustang, magari anche mantenendo in vita la splendida Ford GT.

Questa doverosa premessa è per introdurre un concept che ci ha colpiti proprio per il suo coraggio ed il suo conseguente “porsi bene”; ovvero non voler essere qualcun altro o qualcosa di differente.

Mauro, il progettista del concept di Alfa Romeo Montreal di cui già tempo fa Ermanno vi parlò su queste schermate, ci propone proprio un nuovo concetto di automobile che si discosta totalmente e coraggiosamente dalle macchine elettriche in circolazione, (le cui unico obiettivo, ricalcando le forme delle controparti a motore termico, è solo il perseguire abbattimento delle emissioni inquinanti) proponendo soluzioni abitative e di miglioramento della qualità della vita che proprio grazie all’assenza degli ingombri e delle necessità della meccanica classica, possono (e devono) essere ricercate sulle automobili elettriche.

La vettura del team di Mauro nasce da un progetto di ricerca del dipartimento di ingegneria del veicolo dell’Università di Modena ed è stata pensata per Maserati proprio alla luce le scelte esclusive e non banali adottate. Il concept ha il compito di massimizzare abitabilità e praticità in luogo delle dimensioni esterne compatte, specialmente la lunghezza: quota direttamente legata all’impiego della strada pubblica. In continuità con la gamma del Tridente dovrà essere certamente esclusiva ma questa caratteristica non sarà solo sinonimo di stile, finiture e dotazioni: per la prima volta al mondo grazie alle enormi potenzialità offerte dalla piattaforma delle EV una vettura cittadina avrà un’abitabilità degna delle migliori ammiraglie in circolazione delle quali avrà anche la sicurezza attiva e passiva, con un corpo vettura pensato per ovviare ad uno dei punti deboli delle compatte; la deformazione programmata in caso di incidente.

Un concetto totalmente nuovo, molto coraggioso e che dà un senso alla pagina bianca che rappresenta il mondo dell’auto elettrica, permettendo di ridurre gli ingombri degli spazi pubblici, abbattere le emissioni, migliorare la qualità della vita di coloro che ci si spostano (magari accoppiata con la guida autonoma, che consentirà di utilizzare il tempo in maniera differente) e la qualità dell’aria del centro urbano che la ospiterà.

Cosa c’entra con i Piedi Pesanti? Tantissimo, e lo spiego con un pensiero piuttosto egoista. Immagino di tornare a casa dopo una giornata di lavoro. Anziché litigare con il mondo su un qualsiasi tratto stradale periurbano congestionato ho letto il giornale o guardato su YouTube un video sull’Alfa 75; emettendo poco ho alleggerito la coscienza al Comune di turno che avendo meno pressioni dovute alla qualità dell’aria eviterà di bloccare le auto benzina Euro 0 ed appena arrivato a casa, rilassato, tirerò fuori dal garage la mia macchina da appassionato, magari un bel bilatero o un bel V6 Busso e le dedicherò tutte le energie che non avrò sprecato per un banalissimo spostamento.

Vi consiglio la lettura dell’articolo scientifico completo QUI

 

Luca Santarelli

Sono Luca, Piede Pesante degli anni ’80. Da bambino volevo fare il ferroviere, il "guidatore" o il pilota di F14. Mi piace tutto quello che ha un motore e fa rumore (anche le bici però) tanto che, di usare cose a motore rumorose, alla fine ne ho fatto una professione. Mi piace anche viaggiare e fare le foto, sono qua anche per questo. Non mi piacciono il sottosterzo, gli scarichi finti e soprattutto quando arrivi al Bar per fare colazione e sono finiti i cornetti! Benvenuti su Piedi Pesanti.

Un pensiero su “Dall’Università di Modena, il concept che riduce “l’uso del suolo”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.